Roxy Bar, associazioni e giornalisti: “Una staffetta per illuminare la periferia”

“Il silenzio è mafia”, c’è scritto sul volantino che mostrano di fronte al Roxy Bar giornalisti, cittadini ed esponenti delle reti sociali accorsi in via Barzilai per portare un gesto di solidarietà a Roxana e il marito Marian, gestori del bar e vittime della prepotenza e della violenza mafiosa dei Casamonica e dei Di Silvio. Ai quali Roxana e Marian non hanno chinato la testa; anzi, hanno denunciato rompendo il muro di omertà che spesso da Ostia alla Romanina fa da filo conduttore a molte periferie della capitale controllate dei clan. Ma qualcosa si sta muovendo: il riscatto sociale parte anche da qui, via Barzilai, Romanina, estrema periferia est di Roma: ora è il turno dei giornalisti con il magistrato Giancarlo Caselli e monsignor Paolo Lojudice, vescovo della Diocesi di Roma Sud. Ma ci sono anche l’attore Ascano Celestini e il vignettista Mauro Biani. E arriva anche il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore: “Qui ho incontrato il segretario del Pd di Roma Andrea Casu, Iside Castagnola che da sempre segue il forum legalità del Pd romano e il mio vecchio amico e collega alla Camera Fabio Nobili. E poi, soprattutto, la signora Roxana, la proprietaria del Roxy Bar, che con una denuncia contro i Casamonica ha ridato speranza e orgoglio a chi abbassava lo sguardo di fronte alle prepotenze. Le ho detto che ci saremmo rivisti presto e spero che anche molti di voi facciano un salto in questo bar speciale”.

Tutti al Roxy Bar a bere un caffè, scambiare due parole con una emozionata Roxana e ribadire che “il silenzio è mafia” e quindi, esattamente come la violenza dei clan, può uccidere. In tanti hanno riempito il bar per prendere “un caffè della legalità”. L’iniziativa è stata lanciata dalla Rete NoBavaglio, dall’associazione Articolo 21 insieme alla Federazione della stampa nazionale all’Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Stampa Romana con decine di adesioni di associazioni e onlus come Libera e la Rete dei Numeri Pari con la Cgil e la camera del lavoro di zona. Presenti Giuseppe Giulietti presidente della Fnsi, il presidente del Municipio, Gianpiero cioffredi dell’Osservatorio per la Legalità della Regione, Libera e altre associazioni antimafia: presente anche l’attore Ascanio Celestini che vive non lontano dal Roxy: “speriamo che la periferia romana non venga dimenticata dopo che si saranno spenti i riflettori” spiega.

Presente anche il magistrato Giancarlo Caselli, ex procuratore capo di Palermo: “Le organizzazioni criminali sono forti anche per il silenzio, la condiscendenza e la tolleranza: se non ci si riunisce per dire no, è un segnale negativo”. Poi entra al bar, il caffè con Roxana, le emozioni. Poco lontano c’è monsignor Paolo Lojudice, sempre presente nelle periferie della capitale. “A fatti negativi come quelli successi qui o a Ostia bisogna rispondere con la positività della società civile presente nel tessuto romano”. Il collegamento con Ostia è suggerito anche da Giulietti: “abbiamo il dovere di continuare a tenere accesi i riflettori su realtà come questa, come Ostia e qualsiasi altro luogo dove l’oscurità fa prosperare il malaffare. Non possiamo lasciare sole queste persone”. Alla fine i rappresentanti del quartiere lanciano l’idea: “Servono spazi per il sociale, risorse per i giovani. Serve che questi territori non restino abbandonati a se stessi. Per questo lanciamo già la data del prossimo appuntamento, il 24 maggio, per dare seguito a questa iniziativa e per nuovi eventi. Nessun territorio deve essere isolato”.

“Bisogna rimediare ad anni di abbandono e alle conseguenze drammatiche portate dalla crisi economica che in questi quartieri è devastante – incalza Giuseppe De Marzo, di Libera e della Rete dei Numeri Pari – In questo modo i giovani sono consegnati alla malavita. Ma nonostante questa emergenza i tagli continui del Comune alla spesa sociale per costruire integrazione e servizi sul territorio non soi fermano anzi aumentano. C’è bisogno di ridare dignità e speranza ai cittadini di questi quartieri con interventi concreti e iniziative di vario genere”. Lo stesso Roxy Bar ma anche le scuole del quartiere e il vicino centro anziani potrebbero diventare luoghi dove costruire incontri culturali, rassegne stampa, dibattiti. Il riscatto sociale parte anche da qui, periferia est di Roma.

Da Repubblica

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