Beni confiscati, dopo lo stallo Roma accelera sul riutilizzo

Accoglienza per i profughi dall’Ucraina, rifugi per donne vittime di violenza, spazi per la collettività: sono alcuni degli utilizzi cui saranno destinati gli immobili sequestrati alle mafie nella Capitale. Per Libera e Rete dei numeri pari servono trasparenza, fondi e formazione

Di Ylenia Sina – Lavialibera 18 marzo 2022

Dodici nuovi immobili da assegnare oltre agli 88 già acquisiti e ai 76 già assegnati. Un documento con le proposte della società civile da trasformare in realtà. L’unità di intenti di un vasto arco di rappresentanti delle istituzioni, dagli enti locali a quelle giudiziarie. Parte da qui la prima seduta del Forum cittadino sui beni confiscati alle mafie di Roma Capitale, i cui lavori sono partiti giovedì 17 marzo in aula Giulio Cesare, in Campidoglio. “Il Forum è importantissimo perché consente di cambiare il metodo e allargare alla società civile e alle reti sociali la platea dei soggetti coinvolti nel percorso di riutilizzo dei beni confiscati”, le parole del sindaco Roberto Gualtieri dopo il via libera ufficiale ai lavori da parte dell’assessore alle Politiche abitative e Patrimonio, Tobia Zevi, presidente del Forum. Ad “aderire pienamente” al percorso del nuovo organo capitolino è il prefetto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, secondo il quale il Forum “costituisce un’occasione di particolare rilievo per la raccolta e la condivisione dei progetti sociali che riguarderanno i beni confiscati di Roma”. Tra i progetti, anche quelli di accoglienza per i cittadini ucraini in fuga dalla guerra.

L’istituzione del Forum, che diventerà uno spazio di confronto e monitoraggio permanente tra le varie istituzioni e le realtà sociali sul tema, era stata prevista nel Regolamento per la gestione dei beni confiscati approvato nel giugno del 2018 durante l’amministrazione guidata da Virginia Raggi, ma la delibera che ne ha decretato la nascita è arrivata solo nel dicembre 2021, con la gweiunta Gualtieri. Il 17 marzo 2022 la prima seduta. Un incontro interlocutorio al quale ha preso parte un lungo elenco di rappresentanti istituzionali, dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a quella della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma, Maria Antonietta Ciriaco, passando per l’assessore alla Partecipazione, Andrea Catarci, il Presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi, il consigliere per la legalità dell’amministrazione, Francesco Greco, e l’ex procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, secondo il quale “va prestata attenzione ai giovani nell’assegnazione dei beni”.

Lungo anche l’elenco delle realtà cittadine che sono intervenute, molte delle quali parte della Rete dei numeri pari, che riunisce circa cento soggetti in tutta Roma, tra i quali cooperative sociali, parrocchie, sindacati e scuole del territorio. In Aula anche Franco La Torre, figlio del politico e sindacalista Pio ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982, ideatore della legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita. Seppur non pienamente operativa, nel corso della seduta sono emersi i punti che andranno concretizzati nella prossima seduta, annunciata per aprile ma ancora senza una data. Gli immobili acquisiti da Roma Capitale sono 88, a cui vanno aggiunti 12 nuovi beni per i quali l’Agenzia ha recentemente emanato sei decreti di trasferimento.

Questi beni, una volta acquisiti al patrimonio comunale, saranno georeferenziati sulla pagina web del Forum, assieme a tutte le informazioni a loro connesse. Gualtieri ha espresso la volontà di imprimere “un’accelerazione al percorso di riutilizzo, partendo dalla progettualità concreta e sostenibile legata ai bisogni del contesto dove sono ubicati i beni”. Nell’elenco, il primo cittadino ha citato rifugi per donne vittime di violenza, strutture per il “Dopo di Noi”, per soluzioni abitative temporanee, assistenza ai minori. La scorsa settimana, ha fatto sapere ancora Gualtieri, la Giunta ha approvato una delibera con la quale ha manifestato interesse per ulteriori due beni già confiscati situati in via degli Equi, nel quartiere universitario di San Lorenzo, da destinare al II Municipio per un utilizzo pubblico con servizi alla cittadinanza. Operativa è anche la Regione Lazio: “Tra qualche giorno pubblicheremo l’esito del bando per 27 beni confiscati, che saranno beneficiati di finanziamenti per spingere alla riconversione. A maggio faremo un nuovo bando, sempre rivolto a comuni e associazioni, per lo start up degli immobili assegnati alle associazioni”, ha proseguito Zingaretti che ha annunciato anche il secondo corso di formazione per la loro gestione.

“Ci prendiamo l’impegno di realizzare in ogni municipio una Casa della solidarietà dove le realtà sociali possano mettere a disposizione gratuitamente servizi e competenze in grado di rispondere a disuguaglianze e povertà e di contrastare la penetrazione mafiosa sui territori”, ha detto Giuseppe De Marzo, responsabile di Libera per le Politiche sociali e coordinatore della Rete dei numeri pari. Proprio la Rete ha consegnato oggi un documento con una serie di proposte all’assessore al Patrimonio e Politiche abitative, Tobia Zevi, che verranno affrontate nella prossima seduta. ? Puntiamo soprattutto su tre aspetti”, ha precisato De Marzo: “Trasparenza in merito alle informazioni e sui processi di assegnazione; la necessità di reperire fondi senza i quali non è possibile un utilizzo reale ed efficace del bene; la formazione di personale comunale dedicato al Forum, in grado di affrontare l’aumento costante dei beni confiscati e di rendere funzionali le procedure. Per noi, la priorità nell’utilizzo dei beni deve essere quella dei bisogni dei municipi, puntando su coprogettazone e comprogrammazione delle diverse realtà sociali e del terzo settore. Ogni assegnazione”, ha aggiunto De Marzo “dovrebbe portare alla creazione di almeno un posto di lavoro cofinanziato a tempo indeterminato e di qualità”. Infine, ultima proposta contenuta nel documento consegnato a Zevi: il progetto ‘Roma è Casa Nostra’, un laboratorio pensato per gli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado chiamati ad esprimersi e misurarsi con un possibile utilizzo di beni confiscati alle mafie.

Gli immobili per i cittadini ucraini in fuga dalla guerra

Intanto, una parte di questi immobili nelle prossime settimane verrà utilizzata per accogliere i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. La decisione, annunciata nei giorni scorsi dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è stata confermata dal prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, presente in aula, che ha parlato di una “immediata copertura di circa 100 posti letto”. In totale si tratta di cinque immobili in merito ai quali sono ancora in corso gli approfondimenti. Piantedosi ha sottolineato anche alcune criticità: “Esiste un delta importante tra ciò che si recupera e ciò che si riesce a destinare. Dal primo gennaio abbiamo liberato 5 immobili tra Roma e provincia” che erano stati occupati. Anche per la presidente della Terza sezione penale del Tribunale di Roma, Maria Antonietta Ciriaco, “l’autorità giudiziaria non basta. Per non tradire le finalità di sequestri e confische è necessario che i beni vengano immediatamente destinati” limitando danneggiamenti e occupazioni. Un esempio da seguire per Ciriaco è quello di una villa nel comune di Monterosi, alle porte di Roma, assegnata “in meno di cinquanta giorni dal sequestro” e diventata una casa di accoglienza per i genitori dei bambini malati di tumore ricoverati all’ospedale Bambin Gesù.

Ciriaco ha riportato anche alcuni dati contenuti nella Relazione semestrale al Parlamento di giugno 2021 a dimostrazione dell’alto numero di beni sequestrati e confiscati sul territorio. Tra questi numeri, c’è quello degli oltre 4mila beni sottoposti a confisca registrati tra il 2019 e il 30 giugno 2021 dall’ufficio giudiziario di Roma. Di questi, 3.419, pari al 43 per cento del totale in Italia, nel solo anno 2020. E ancora. Nel biennio 2019-2020 nel Lazio sono stati rilevati 1.502 beni, la quasi totalità (1.501) riconducibili agli uffici di Roma.

Insieme al Tribunale, ha spiegato Zevi “individueremo beni non ancora confiscati definitivamente per giungere a […CONTINUA A LEGGERE SU LAVIALIBERA]

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