A Palermo l’aria è avvelenata: la diossina è 35 volte superiore al limite

La presenza di sostanze tossiche in alcune aree della città raggiunge quantità record. «La verità è che la discarica di Bellolampo è una bomba ecologica»

di Giuseppe De Marzo – 17 agosto 2023 | L’Espresso

La presenza di diossina nell’aria in alcune zone di Palermo è 35 volte superiore ai valori massimi consentiti. È l’Arpa – Agenzia per la protezione ambientale – della Sicilia che ha determinato questa quantità subito dopo l’incendio del 24 luglio scorso che ha coinvolto anche la discarica di Bellolampo. Il limite massimo previsto dalle linee guida dell’Oms è di 100 femtogrammi per metro cubo. Il campionamento dell’aria ha mostrato invece in alcune aree una concentrazione pari a 3.531 femtogrammi per metro cubo. Mai visto niente di simile prima d’ora sull’isola.

Per avere un’idea, nel luglio del 2012 sempre l’Arpa siciliana ha misurato una concentrazione di diossina subito dopo un altro incendio alla discarica di Bellolampo di 550 femtogrammi per metro cubo.

Le diossine sono sostanze chimiche velenose note come inquinanti organici persistenti. Sono sottoprodotti di processi sia industriali che naturali, come gli incendi per l’appunto. Altamente tossiche e molto pericolose per la salute umana. Nel corpo persistono sino a undici anni e possono causare il cancro, diverse forme di leucemia e colpire il sistema immunitario e nervoso. Ce ne siamo resi conto ormai da tempo studiando l’impatto di alcuni disastri ambientali come quello provocato dalla nube di gas rilasciata dallo stabilimento chimico della Icmesa di Meda, in provincia di Milano, nel luglio del 1976. O dall’emergenza rifiuti nel 2007 in Campania, responsabile dell’aumento di tumori e malformazioni tra i bambini.

Ci chiediamo quale sarà l’impatto sulla salute per chi ha respirato un quantitativo di diossine 35 volte superiore ai limiti. Basteranno i consigli dei medici («rimanere chiusi in casa») o rispettare le indicazioni del sindaco («non mangiare per almeno 15 giorni carne, uova e latticini provenienti da un raggio di 4 chilometri dalla discarica»)?

La verità è che Bellolampo è una bomba ecologica. Le misure tampone servono a poco. La discarica andrebbe chiusa e risanate le vasche esauste come prevede la legge con terreno, vegetazione e geomembrane, così da evitare che prendano di nuovo fuoco. E allo stesso tempo bisognerebbe portare la raccolta differenziata al 70% utilizzando il porta a porta (oggi è solo al 15%). Significa impegnare risorse, coinvolgendo competenze e tecniche diverse rispetto a quelle utilizzate sino ad ora. Bisogna volerlo fare ed avere le competenze per farlo. Ma non sembra questo il caso, viste le scelte catastrofiche portate avanti in questi anni dalla giunta regionale, come raccontato da L’Espresso (numero 31 del 6 agosto, “La terra dell’emergenza” ).

Non sorprende la denuncia di «inadeguatezza» rivolta alla classe politica dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. E non si tratta solo di indifferenza delle destre per i problemi degli impoveriti o di negazionismo climatico. Manca una visione politica chiara e lungimirante che sappia essere declinata con risposte efficaci e utili, valide per Bellolampo come per Forlì e Roma.

Questo modello di sviluppo conviene solo ad una piccolissima percentuale che continua ad arricchirsi cancellando salute e diritti alla stragrande maggioranza delle persone, alimentando un impoverimento culturale e civile che rischia di mettere in ginocchio la democrazia e le sue conquiste. Mettere al centro la dignità e i diritti delle persone ci impone di cambiare paradigma. Facciamo Eco!

https://espresso.repubblica.it/opinioni/2023/08/17/news/palermo_diossina-411280938/

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