Compie un anno il progetto “Abbraccia una mamma”, sinergia Gruppo Abele /Abit

La macchia ‘allegra’ impressa sulle confezioni del latte è diventata ormai familiare a tanti torinesi che ormai, oltre al simbolo, hanno imparato anche a conoscere il progetto di solidarietà che c’è dietro. Non per altro don Ciotti, nel tenerlo a battesimo, lo definì “Un marchio che parla, che dà voce a chi è ai margini”. Compie un anno in questi giorni Abbraccia una Mamma, iniziativa nata dalla sinergia tra l’Associazione Gruppo Abele e Abit, cooperativa lattiero casearia facente parte della Trevalli Cooperlat. Le due realtà hanno messo a sistema le rispettive forze e vocazioni per offrire un aiuto concreto a mamme che vivono situazioni di vulnerabilità e disagio economico: sono in tutto 80 i nuclei mamma-bambino in difficoltà che nel corso del 2018 sono stati inclusi nel progetto e che ogni settimana hanno potuto beneficiare di un pacco spesa consistente in due buste di prodotti lattiero-caseari freschi, per un totale di 6.880 pacchi distribuiti. Nello specifico, le realtà che hanno ricevuto i pacchi e che continueranno a beneficiare di questo progetto sono: la Drop house, centro diurno per donne in condizioni di vulnerabilità; la comunità famiglie Il Filo d’Erba; la comunità genitore-figlio, struttura che accoglie donne con minori in uscita da percorsi di violenza; le attività di Genitori e Figli, progetto che mira a creare spazi di incontro e di sostegno tra famiglie;  Progetto Mamma+, madri sieropositive insieme ai loro figli nel primo anno di vita che vivono in una condizione di isolamento e disagio socio-economico.

 “Quello di cui stiamo parlando non è solo un freddo numero – specifica Beatrice Scolfaro, vicepresidente del Gruppo Abele – ma un indice umano che ci parla di una società indebolita e sfibrata dalle difficoltà, fatta di individui cui spesso manca tutto, finanche le basi della sopravvivenza”. E in effetti l’obiettivo del progetto non è solamente quello di rispondere ad alcune esigenze essenziali, ma anche di garantire un’alimentazione quanto più sana possibile, spezzando l’assioma secondo cui a un tasso maggiore di povertà debba coincidere una minore qualità di consumo. “L’alimentazione è un diritto essenziale. Mangiare e mangiare sano è ciò che assicura la base per una vita più degna di questo nome”, la chiosa di Scolfaro.

 Abbraccia una mamma prevede una durata triennale e, oltre alla distribuzione di prodotti lattiero caseari di prima necessità, prevede anche l’attuazione di iniziative di formazione professionalizzanti, lezioni di educazione familiare e visite in fattoria. In questo primo anno sono stati anche realizzati bagnetti per bambini presso la sede del Gruppo Abele e allestita una sala merenda con tavolini e seggioline a misura dei più piccoli. “Veniamo dal mondo e dalla cultura contadina e i valori, della cooperazione, della solidarietà e della responsabilità sociale rientrano nel nostro dna di impresa – commenta Paolo Fabiani, vicepresidente Trevalli Cooperlat – Vogliamo mettere a disposizione dei territori in cui operiamo la nostra esperienza e competenza, dando un contributo per la crescita, anche sociale, delle nostre comunità”.

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