#mapparoma24 – Disuguaglianze e case popolari nei quartieri di Roma

Questa mapparoma è la prima in cui apriamo una collaborazione con altri studiosi di Roma, in modo da allargare l’ambito delle nostre osservazioni ad altri temi di interesse per approfondire le dinamiche in corso nella città. Parliamo di case popolari, grazie ai dati e alle analisi di Enrico Puccini, autore del libro “Verso una politica della casa” e animatore del blog Osservatorio Casa Roma.

La politica per la casa in Italia rappresenta da sempre un ambito residuale di intervento pubblico, in termini di impegno amministrativo e di risorse finanziarie, peraltro con una forte frammentazione negli strumenti utilizzati. Il modello mediterraneo di housing e welfare, rispetto a quanto avviene in altri paesi con sistemi sociali più robusti, è caratterizzato da un’alta percentuale di abitazioni in proprietà, un mercato degli affitti ristretto e poco dinamico, e una limitata quota di edilizia residenziale pubblica (ERP), con una certa tolleranza per le pratiche informali e abusive. Più recentemente, il protrarsi della crisi economico-finanziaria e il conseguente impatto sul reddito disponibile delle famiglie hanno accentuato l’incidenza dei costi relativi all’abitazione sulla spesa complessiva. Molte famiglie manifestano sintomi di disagio abitativo, che non interessa più solo le fasce più deboli della popolazione, e si è esteso anche ai percettori di redditi fissi che non rientrano nei limiti previsti per l’ERP, ma non sono neanche in grado di accedere alla casa a condizioni di mercato.

Alcune di queste dinamiche le abbiamo già osservate nella #mapparoma8 sulle quotazioni immobiliari, con la tendenza generalizzata verso l’aumento dei prezzi di vendita tra il 2003 e il 2010, e nella #mapparoma15 sulle caratteristiche delle abitazioni dei romani, dove emergeva l’ampia diffusione della residenza in case di proprietà con percentuali molto elevate, eccetto il centro storico e appunto le periferie caratterizzate da ERP.

Gli insediamenti ERP più vecchi hanno ormai subito grandi trasformazioni a causa della successione delle generazioni, con un certo mix sociale anche connesso alla vendita del patrimonio pubblico, ad esempio a Garbatella, Testaccio e Montesacro. Ma nella maggior parte dei quartieri ERP costruiti tra gli anni 50 e 80 gli elementi di forte caratterizzazione sono il disagio sociale e le disuguaglianze con il resto della città, alte e costanti da molti anni, soprattutto nel settore orientale della città, dove si concentra una quota elevata di case popolari, e sul litorale di Ostia, dove sorge un altro nucleo importante di alloggi. Sebbene vi siano varie esperienze positive di partecipazione sociale, ad esempio con il progetto di rigenerazione e riqualificazione urbana a Corviale o con il Teatro di Tor Bella Monaca, laddove vari fattori di disagio si sommano alle problematiche tipiche delle case popolari emergono facilmente tensioni politiche su cui si inserisce l’estrema destra, come è successo nel 2014 intorno al nucleo ERP di Tor Sapienza. Dagli anni 90 in poi l’intervento pubblico nelle case popolari è stato inesistente, eccetto Ponte di Nona, mentre dilagano i nuovi quartieri di iniziativa privata edificati nei pressi e oltre il GRA.

Il numero delle persone che abitano in alloggi ERP a Roma è paragonabile alla popolazione di un intero municipio, circa 170mila persone. Ma definire con esattezza il numero degli alloggi in regime ERP non è facile, pur essendo una questione prioritaria, poiché il patrimonio pubblico è da sempre lo strumento privilegiato per contrastare il disagio abitativo,e i problemi gestionali sono complessi e di difficile soluzione se non affrontati con una strategia pluriennale. Ciò dipende da vari fattori. Il primo, e anche il più gravoso, è determinato dalla doppia natura di tale patrimonio: uno comunale gestito da Roma Capitale (circa 28.500 alloggi) e l’altro regionale gestito da ATER (46mila), ognuno ovviamente su una banca dati diversa e non collegate fra loro. Il secondo riguarda i fitti passivi, ossia i 3.337 alloggi di enti o privati affittati dal pubblico e che vengono assegnati alla graduatoria ERP. Il terzo è la presenza di alloggi popolari che seppure destinati alla graduatoria romana si trovano fuori comune, acquistati nell’hinterland romano per convenienza dall’Amministrazione comunale, e che negli anni passati venivano assegnati solo su base volontaria ai vincitori del bando romano (allo stato attuale sono 2.262, soprattutto a Ciampino, Anzio, Cerveteri, Guidonia, Marino, Nettuno e Pomezia, non riportati nelle mappe).

Nelle mappe che seguono, elaborate da Gennaro Monaciliuni che ringraziamo, diamo conto di tutte e tre le categorie di alloggi ERP dentro il territorio comunale, per zona urbanistica, grazie alla localizzazione tramite GIS degli indirizzi: regionali, comunali e in fitto passivo, oltre al totale.

(clicca sull’immagine per ingrandire)

Nella distribuzione del patrimonio ATER (mappa in alto a sinistra) esistono forti sperequazioni fra un municipio e l’altro. Il III Municipio con 8.650 alloggi è quello maggiormente investito dal fenomeno, a seguire il IV con 7.634 e il V con 4.112; invece quelli maggiormente scarichi risultano essere il VII, XII, XIII e XV in cui il numero degli alloggi arriva a malapena al migliaio. Il quadrante nord-est, da Fidene a Tor Bella Monaca, è quello su cui grava la maggior parte degli alloggi popolari, fortemente concentrati solo in alcune aree a causa della loro stessa modalità di realizzazione. Non è un caso che Tufello con 3418 alloggi, San Basilio con 3251 e Primavalle con 2678, quartieri interamente composti da sole case popolari, siano quelli predominanti sulla mappa. Oltre alla zona nord-est emergono altre concentrazioni più limitate, innanzitutto sull’asse di espansione verso il mare che da Garbatella arriva fino ad Ostia Nord, passando per Laurentino, Corviale e Acilia, e inoltre il grosso nucleo nella zona di Primavalle e Fogaccia.

Anche per gli alloggi popolari di proprietà di Roma Capitale (mappa in alto a destra) il quadrante est è quello con la maggiore concentrazione. In particolare il VI Municipio, quello delle Torri, è primo in assoluto con i suoi 6400 alloggi, mentre IV, V e X seguono con circa la metà. Al contrario II, XIII e XV Municipio non arrivano a cento alloggi. L’analisi per zone urbanistiche ci rivela come il fenomeno sia prevalentemente concentrato solo in alcune aree. Torre Angela (con Tor Bella Monaca) detiene il primato assoluto con i suoi 4200 alloggi pubblici, quasi il triplo rispetto a Gordiani che si colloca in seconda posizione con 1504. Sull’asse verso il mare emergono Acilia e Ostia Nord con insediamenti di oltre 1000 alloggi, e un altro nucleo è nel XIV Municipio, in cui la maggior parte degli alloggi sono concentrati a Primavalle.

Infine, la case popolari in fitto passivo (mappa in basso a sinistra), per le quali il Comune spende 25 milioni di euro all’anno (dati del 2015), con un costo al mese medio 640 euro per alloggio che poi viene locato a canoni ERP di 80 euro in media, sono prevalentemente concentrate in poche zone: Ostia Nord (1467), Casal Bruciato (1338) e Magliana (776).

Nel complesso (mappa in basso a destra) le concentrazioni maggiori di case popolari si hanno nelle aree vicino al GRA di Torre Angela (dove ricade Tor Bella Monaca) e San Basilio, e più in generale nel quadrante est tra le vie Tiburtina e Casilina, nonché verso il litorale ad Acilia e Ostia Nord. Nel quadrante ovest la zona di Primavalle è invece quella con una maggiore concentrazione, insieme al Trullo, e a nord anche Vigne Nuove e Fidene presentano valori elevati. Le singole zone urbanistiche con il numero maggiore di alloggi popolari sono Torre Angela (6244), Ostia Nord (5536), San Basilio (4680) e Primavalle-Fogaccia (3692).

Nella mappa conclusiva è riportata la localizzazione di tutti i più grandi quartieri ERP e il relativo numero di alloggi, che sono oggetto di una specifica analisi socio-economica basata sui dati censuari utile per evidenziare le disuguaglianze in termini demografici, educativi e lavorativi tra i nuclei di case popolari (quindi con un dettaglio territoriale più fine e omogeneo rispetto alle zone urbanistiche) e il resto della città.

(clicca sull’immagine per ingrandire)

Keti Lelo, Salvatore Monni, Enrico Puccini, Federico Tomassi

NOTA: le mappe sono state elaborate da Gennaro Monaciliuni

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Fonte: elaborazione di Enrico Puccini su dati Roma Capitale e ATER

Scarica qui il pdf di #mapparoma24

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