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18 maggio | Festival Parole libere. Segni, suoni e sogni contro le mafie – per Ilaria e Miran

Sabato 18 Maggio il Festival Parole Libere arriva al Laghetto dell’Eur (Metro B, Eur Palasport): dibattiti, approfondimenti, dialogo e, per i più piccoli, giochi e attività!

Dalle 09.00 alle 22.00, festeggeremo l’antimafia che si fa con la cultura, coi libri, con la stampa libera, con la musica, con la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, della sostenibilità ambientale. Ne parleremo con tanti ospiti e più di trenta associazioni che saranno presenti con i loro stand per raccontarsi -seguite gli aggiornamenti sulla pagina dell’evento per scoprire chi sarà con noi!
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PROGRAMMA
– |9.30| Apertura e saluti di benvenuto
a cura del presidio di Libera Roma IX “Ilaria Alpi – Miran Hrovatin”

– |10.00| Narrare è resistere. Il riscatto sociale attraverso la cultura (A cura di Biblioteca popolare “Mondo piccolo”, Biblioteca Cittadini del Mondo, Biblioteche di Roma – Biblioteca Pier Paolo Pasolini, La Scugnizzeria di Scampia, Associazione daSud)

– |11.00| “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” (A cura di Round Robin Editrice – con gli autori Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari)

– |12.00| Ambiente e territorio. Esperienze, riflessioni e progetti per una città verde (A cura di Circolo Legambiente Monteverde “Ilaria Alpi”, Vivere In, Metrovia – l’idea che muove Roma)

– |15.30| Mosaico di culture. Antirazzisti del terzo millennio (A cura di Amnesty International – Italia, Gruppo Emergency Eur Roma, Gustamundo, Liberi Nantes)

– |16.30| “Eterni Secondi. Perdere è un’avventura meravigliosa – Storie dalla Scugnizzeria di Scampia” (A cura della La Scugnizzeria – con l’autore Rosario Esposito La Rossa)

– |17.30| Intervista a Giovanni Tizian (giornalista del settimanale L’Espresso) – A cura del presidio di Libera Roma IX “Ilaria Alpi – Miran Hrovatin”

– |18.30| “CHANGE your step | 100 artisti. Le parole del cambiamento” (A cura di Musica contro le mafie – con Gennaro De Rosa, Gabriella Martinelli, Enrico Capuano)

– |19.30| Musica live: ABC Positive + (Vincitori della nona edizione del premio Musica Contro le mafie)

Per l’intera giornata: giochi, laboratori e attività per bambini!
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Per maggiori informazioni
infoparolelibere@gmail.com
Libera Roma IX “Ilaria Alpi – Miran Hrovatin”

15 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, Mafie, corruzione e zona grigia, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
Non lasciamoci soli Casal Bruciato e Torre Maura: continuiamo a illuminare i territori abbandonati

8 maggio 2019

Dopo gli episodi di Torre Maura, a Roma continuano le tensioni e le aggressioni anche in un’altra periferia: Casal Bruciato. Un gruppo di cittadini insieme ai militanti di CasaPound da lunedì sera protesta contro l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom. Urla, insulti, blocchi, minacce di stupri e di morte, che hanno costretto la famiglia assegnataria, quindi legalmente autorizzata, a entrare nell’alloggio passando dall’ingresso laterale scortata dalle forze dell’ordine.

In un clima politico che di fatto autorizza certe violenze, le forze dell’ordine nulla hanno obiettato persino di fronte all’istallazione di un gazebo da parte di militanti di Casapound – forza dichiaratamente neofascista – accanto al portone di ingresso dello stabile.

Non è un caso lo scoppio di questi episodi nella capitale d’Italia, come non sono un caso l’assenza di reazioni e risposte adeguate dei governanti: nessuna condanna per razzismo, violenza, impedimento di un’operazione legale e nessun investimento per contrastare disuguaglianze ed esclusione sociale, causa principale del peggioramento delle condizioni materiali di un terzo degli italiani.

Proprio come per Torremaura, anche a Casal bruciato spostare il focus su un nemico facilmente individuabile appare più immediato e utile al progetto politico di chi governa. Rom, stranieri, migranti, emarginati, poveri sembrano il capro espiatorio perfetto per fare incetta di voti facendo leva sulla rabbia dei quartieri abbandonati. Il vero problema è invece legato all’aumento senza precedenti di disuguaglianze, povertà ed esclusione sociale. Una ferita profonda, aperta da oltre 10 anni, che non si accenna a ridurre, anzi. Una ferita colpevolmente non curata, infettata da anni di arroganza, incapacità e ipocrisia delle classi dirigenti politiche che si sono alternate al governo. Nessuna esclusa. Perché dalle scelte fatte da chi ha governato è possibile capire chi davvero comanda e chi sono i veri responsabili del clima di paura, disperazione e violenza che si respira nelle periferie italiane oggi. Le scelte fatte in questi anni hanno rispecchiato gli interessi delle élite economiche e finanziarie, italiane come europee e non certo dei ceti medi e dei ceti popolari che continuano a pagare la crisi. Così mentre noi diventavamo sempre più poveri, sono triplicati i “miliardari”: circa 112. A dimostrazione che i soldi ci sono e qualcuno ne ha fatti tanti, a spese di molti.

La crisi è un gigantesco meccanismo di ridistribuzione di danaro dal basso verso l’alto. A questo sono servite le politiche di austerità, l’azzeramento delle politiche sociali, i tagli alla sanità, le privatizzazioni, le modifiche in Costituzione sul pareggio di bilancio, le politiche di workfare, l’introduzione di leggi che hanno legittimato precarietà e sfruttamento lavorativo, le politiche fiscali regressive, l’assenza di investimenti per la cura del territorio e del bene comune. Il presunto governo del cambiamento, si caratterizza per la continuità con quanto fatto in precedenza.

Queste sono le politiche messe in campo in questi anni da chi grida prima gli italiani mentre fa leggi che li impoveriscono da venti anni insieme a evasori fiscali, collusi e mafiosi, o da chi inneggia a un vuoto concetto di onestà calpestando giustizia sociale e umanità ma in realtà obbedisce solo alla lingua dei più forti, o da chi sta mangiando popcorn dopo averci spiegato che l’unico futuro possibile sta nell’accettazione del modello che ha prodotto la crisi e per questo ha tentato di manomettere la Costituzione per “costituzionalizzarlo”.

È questa cultura politica, priva di qualsiasi volontà e capacità di rispondere alla crisi per cambiare le cose, che guida l’amministrazione comunale romana. Questo spiega la vergognosa assenza delle istituzioni nelle periferie delle capitale d’Italia. Sanno bene che al di la della rappresentazione teatrale da fornire ai media e alle solite battute sui social, nella realtà i ceti popolari di questo paese sono stati abbandonati e consegnati alla rabbia e alla disperazione. Questo spiega il disinteresse della giunta Raggi per l’aumento senza precedenti delle disuguaglianze in città. Altrimenti come potremmo giustificare l’ulteriore tagli nel bilancio di 52 milioni di fondi alle politiche sociali? Come potremmo spiegare l’assenza di politiche abitative capaci di garantire il diritto all’abitare in una città in cui quasi ventimila famiglie aspettano casa da quasi vent’anni? Come potremmo spiegare l’incapacità dell’amministrazione di restituire alla comunità i centinaia di beni confiscati alle mafie, nonostante il regolamento sui beni confiscati che per la prima volta è stato approvato grazie soprattutto all’impegno e alla determinazione delle realtà sociali impegnate nella rete dei Numeri Pari? Sono i numeri, i bilanci e le scelte politiche fatte che ci dimostrano da che parte stanno l’amministrazione comunale romane e il governo, e non le dichiarazioni sui giornali. Sono i principali responsabili di quanto sta avvenendo in questi ultimi mesi nelle periferie, della guerra tra poveri e del clima d’odio che si respira nel paese. E l’assenza di una vera opposizione rende il quadro ancor più complicato, perché lascia privi di rappresentanza milioni di cittadini che vorrebbero invece lottare per costruire una speranza e un futuro diverso da quello che ci viene proposto.

Chiaro è quindi che il problema ci riguarda tutti, da chi abita le periferie a chi ne è lontano. Bisogna unire tutti i soggetti e le realtà del sociale convinte che i diritti sociali, la dignità di ogni essere umano e l’impegno contro ogni forma di ingiustizia e razzismo siano le fondamenta sulle quali ricostruire democrazia, partecipazione e illuminare i territori abbandonati.

Rete dei Numeri Pari

9 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, I nostri approfondimenti, PER APPROFONDIRE, Rubrica Ad Alta Voce!
SìAmo Scup – Sostieni la raccolta fondi per Scup Lab!

Costruiamo insieme una sala polifunzionale aperta a tutte e a tutti

Scup è una comunità e un progetto di Sport e Cultura Popolare.

Nel 2015 abbiamo liberato uno spazio abbandonato in via della Stazione Tuscolana, a Roma. Lo abbiamo recuperato e restituito al quartiere trasformandolo in un luogo di aggregazione sociale, di fruizione e produzione culturale, aperto alle comunità e al territorio.

In questi anni Scup è stata una fucina di idee e di attività messe in moto da zero, un luogo di incontro e confronto per un numero sempre maggiore di persone e realtà che hanno attraversato questi tre capannoni quotidianamente, ed è stato proprio grazie alla crescente partecipazione che dopo una lunga trattativa abbiamo ottenuto un comodato d’uso gratuito a fini sociali e culturali. Un piccolo spiraglio di luce in una città impoverita e desertificata da una politica fondata su logiche di esclusione.

Questo cambiamento apre Scup a prospettive e direzioni nuove dettate dall’entusiasmo e dall’energia di chi lo vive e attraversa: prima fra tutte la costruzione di Scup Lab, un teatro e sala polifunzionale che possa allargare la nostra proposta culturale sul territorio e dare la possibilità a numerose compagnie di avere un luogo dove esibirsi e provare.

Abbiamo bisogno di più spazio per la cultura e per alimentare riflessioni e percorsi sociali nuovi: costruiamo INSIEME questo pezzo di strada!

Questo spiraglio lo vogliamo condividere con tutt* voi perché ci auguriamo che possa diventare una luce abbagliante. Perché alla dilagante retorica del “confine”, dell’isolamento e dell’esclusione, a chi vorrebbe annichilire ogni slancio alla vita e alla solidarietà, vogliamo continuare a rispondere con la costruzione quotidiana di percorsi e pratiche di condivisione, autorganizzazione e mutualismo.

La Campagna di Crowdfunding SìAmo Scup

Per aggiungere questo tassello e realizzare Scup Lab, e per migliorare lo stato dei tre capannoni che compongono Scup c’è bisogno di molti lavori di manutenzione e ristrutturazione. Attraverso la campagna crowdfunding da Maggio fino a Luglio, vogliamo raccogliere 40.000 euro per:

  • effettuare interventi di ristrutturazione, coibentazione e riscaldamento che rendano l’ambiente più confortevole e sicuro per tutte le persone e i progetti che attraversano Scup;
  • completare la costruzione di Scup Lab – lo spazio teatro polifunzionale di Scup;
  • effettuare lavori di manutenzione dello spazio esterno e allestire il giardino;
  • migliorare e rigenerare lo spazio di community welfare abbattendo le barriere architettoniche.

Questo ci permetterà di :

  • Migliorare la qualità della vita di tutt* coloro che partecipano al progetto (siamo tantissim*!);
  • Organizzare corsi di formazione e laboratori aperti di teatro ed arti performative accessibili per tutt*;
  • Arricchire l’offerta culturale del quartiere e dare più spazio alle proposte artistiche, culturali e di dibattito che potranno inserirsi nel progetto di animazione sociale e territoriale;
  • Allargare il percorso delle autoproduzioni culturali;
  • Migliorare lo spazio del mercato EcoSolPop e la proposta di iniziative e spettacoli per bambin*.

La Nostra Storia (visitate www.scupsportculturapopolare.it)

Il progetto Scup! Sport e Cultura Popolare nasce nel maggio del 2012 quando un gruppo di precarie, istruttori dello sport, educatrici, ricercatori e psicologhe hanno deciso di occupare un edificio per creare uno spazio di comunità a servizio del territorio all’interno di uno stabile abbandonato in via Nola, 5 a Roma, nel quartiere San Giovanni – Appio Latino.

Il progetto è cresciuto nel tempo ed ha coinvolto tantissime persone nella partecipazione attiva alla vita di quartiere; all’interno dello spazio di Scup sono nate e si sono sviluppate numerose iniziative: dal mercato ecologico solidale e popolare EcoSolPop, alla Campagna StopTTIP, il progetto della biblioteca, i corsi di lingua, le presentazioni di libri, lo Spazio Bimbi, il percorso per la delibera sull’uso sociale e culturale degli immobili abbandonati “PatrimonioComune” e molto altro!

Qui un link alla nostra storia che può darvi un’idea della ricchezza del nostro percorso!

Il 7 maggio del 2015 sono arrivate le ruspe: SCuP è stato sgomberato e lo stabile devastato interamente, distruggendo palestra, biblioteca, bagni con servizi… tutto. Una demolizione che è visibile ancora oggi dal momento che lo spazio è rimasto abbandonato e inutilizzato, e conserva addirittura le macerie e i segni dello sgombero.

Quello stesso giorno una grande manifestazione cittadina ha dato nuova vita e liberato un plesso abbandonato di tre capannoni industriali in via della Stazione Tuscolana: grazie all’aiuto di tutt* il progetto SCuP non si è mai fermato, si è rimodulato sulle nuove caratteristiche dello stabile (che è sottoposto da allora a continui lavori di ripristino), organizzando iniziative sportive nel quartiere, ricominciando quel sottile lavoro di rete e di riconnessione del tessuto sociale sul territorio…

Photogallery

Non ci siamo mai arresi alla crisi, né alla depressione e al grigiore che cercano di infondere nelle nostre vite, Scup è uno spazio di apertura, di speranza e costruzione e vogliamo costruire grazie al contributo di tutte e tutti questa realtà alternativa possibile!

Abbiamo molta fiducia nella capacità delle persone di autorganizzarsi e dare risposta con soluzioni creative ed efficaci ai problemi che viviamo, perché soli non siamo molto, ma uniti siamo una forza creatrice inarrestabile!

Chiunque può essere parte di questo cambiamento, e non importa con quanto ciascuno potrà contribuire, vi ringraziamo sin d’ora per essere parte di questa storia e per diffondere la campagna e aiutarci in quest’impresa!

Ci siamo dat* 3 MESI di tempo per raccogliere 40.000 euro e restiamo disponibili a fornirvi informazioni e a ricevere commenti!

veniteci a trovare e scriveteci a: scupsportculturapopolare@gmail.com

Grazie del vostro contributo!!!Ce la faremo ancora!!

https://buonacausa.org/cause/si-amo-scup-raccolta-fondi-per-scuplab?fbclid=IwAR31mSUrpksBK60ZyJq48LV8HuBT38vDbsLwna5SmM0cnF-2kHNQ9_OXF1c

9 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
Tecnologie di controllo. Profilazione e diritti dei lavoratori. Possibili strategie di reazione

Martedì 14 maggio dalle 9:30 alle 14:30 presso la Sala Alberto Fredda in Via Buonarroti 12 a Roma, un seminario sui diritti e sulle libertà dei lavoratori minacciate dalle tecnologie di controllo e di profilazione. Argomenti nuovamente messi in luce dalla recente entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy (GDPR). L’iniziativa è organizzata dalla FIOM-CGIL Roma e Lazio e dal CRS. Introduce Patrizio Potetti. Coordina Giulio De Petra. Relazioni dei docenti Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi. Intervengono Antonio Bevere, Tania Scacchetti e alcune RSU che espongono reali casistiche aziendali. Conclude Francesca Re David

9 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
Gli abitanti di via Volontè si mobilitano: 8 maggio ore 14 conferenza stampa in piazza Sempione, davanti alla sede del Municipio 3

Siamo 32 famiglie e viviamo dal 2007 in uno stabile costruito con i soldi della Regione Lazio in via Volontè 9, nei pressi di Porte di Roma. La cooperativa che ha usufruito del finanziamento pubblico per realizzare alloggi destinati ad anziani è fallita e lo stabile che noi abitiamo è finito all’asta. Alcuni giorni fa un acquirente terzo se lo è aggiudicato al prezzo di 450mila euro. Un affare!

Mentre avveniva tutto questo la Regione Lazio, nonostante ripetuti incontri e sollecitazioni, è rimasta a guardare. Riteniamo questo molto grave, soprattutto per il clima che si respira in città e le ripetute minacce di sgombero senza soluzione. Abbiamo ricevuto rassicurazioni dall’assessorato regionale alla casa e ci siamo fidati delle affermazioni di serenità provenienti dal Municipio terzo. Ora però ci troviamo di fronte ad una realtà inconfutabile: una nuova proprietà che sicuramente vorrà far valere i propri diritti acquisiti e che con tutta probabilità chiederà la restituzione dello stabile dove abitiamo.

Quindi per noi, vista la poca disponibilità di alloggi popolari e la chiara difficoltà di Comune e Regione di darsi politiche abitative pubbliche all’altezza dell’emergenza denunciata da più parti, non rimane che la prospettiva della strada o la divisione dei nuclei familiari se verremo considerati abbastanza fragili da competere per questa soluzione. Un futuro davvero pieno di ansia e di rabbia.

Quando siamo entrati nello stabile inutilizzato da due anni, e con sopra un contenzioso mai sanato tra cooperativa e istituzioni, abbiamo ritrovato la tranquillità, tra mille lavori precari, per fare crescere i nostri bambini. Ma anche questo non sembra importante per chi doveva intervenire con decisione e non lo ha fatto. Con buona pace delle tante parole spese sulla tutela dei nuclei familiari e dei minori.

Pensiamo che questo ultimo atto non possa andare in scena. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare lo stabile senza soluzioni dignitose dove sia garantito il passaggio da casa a casa.

Facciamo appello alla città e alle amministrazioni, in primis alla Regione Lazio in quanto finanziatrice al 90% di questo immobile, per affermare con forza che il diritto alla casa viene prima delle speculazioni edilizie e finanziarie. Chiediamo inoltre all’ente di prossimità, in quanto residenti in questo Municipio, di farsi carico di una mediazione per non far degenerare il diritto che noi avanziamo con urgenza in una questione di ordine pubblico.

Gli abitanti e le abitanti di via Volontè

6 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
Fare cultura è fare città. Nasce a Roma ScupLAB

Nel quartiere Appio – Latino Tuscolano, all’interno del progetto di Scup Sport e Cultura Popolare, sta nascendo un nuovo spazio culturale polifunzionale di teatro e arti performative, grazie all’iniziativa di giovani attrici, attori, registe e registi emergenti.
Il progetto di Scup, dopo anni di occupazione, ha quest’anno ottenuto il comodato d’uso per i locali di Rfi in via della stazione Tuscolana 82/84 anche grazie all’intermediazione del Municipio VII, ed è da tempo punto di riferimento per le attività culturali e sociali del territorio.

Con il nascente progetto di teatro e arti performative Scup apre ulteriormente le sue porte alle esigenze, ai desideri, alle riflessioni e proposte della cittadinanza.
Da questa importante novità vogliamo cogliere l’occasione per aprire uno spazio pubblico di confronto in cui parlare di politiche culturali nella città di Roma e nel territorio; di buone pratiche, di esperienze “dal basso” e di progettazione partecipata. Quali sono le prospettive, quali i possibili modelli? Come l’amministrazione può aprire nuove opportunità e al tempo stesso valorizzare il patrimonio culturale esistente?

Ne parleremo con:
Elena De Santis – Assessora Scuola, Cultura, Sport e Politiche Giovanili VII Municipio
Christian Raimo – Assessore Cultura III Municipio
Giorgio de Finis – Direttore del Macro Asilo di Roma
Carlo Infante – Urban Experience, Alt giornale partecipato
Progetto Eccoci – Empatia Cultura COnoscenza Comunità Integrazione
Csoa Spartaco

Sabato 4 maggio in occasione della festa di lancio per il progetto ScupLAB
Alle ore 18:30 presso Scup Sport e Cultura Popolare

4 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE, MUTUALISMO SOCIALE
Emergenza Elianto: la cooperativa Iskra chiede incontro urgentissimo al Comitato Istituzionale del Distretto RM 5.1 per scongiurare chiusura servizio

la cooperativa Iskra ha richiesto un incontro urgentissimo al Comitato Istituzionale del Distretto RM 5.1., per cercare comunicazioni ufficiali che diano risposte certe sul futuro di questo servizio. Di seguito riportiamo la lettera che i familiari degli ospiti di Elianto hanno voluto inviare al su citato Comitato e, per conoscenza, ai referenti politici e tecnici della Regione Lazio.

Monterotondo 02.05.2019

Siamo i figli, i nipoti i familiari delle persone che frequentano il Centro Diurno Anziani Fragili Elianto. Vogliamo presentare con forza le nostre perplessità sul possibile taglio dei fondi destinati a tale servizio.

Il servizio agli anziani del territorio è, secondo noi, una fondamentale risorsa non solo alle famiglie degli anziani, ma alle persone stesse che si trovano ad usufruirne. Un servizio che nel corso degli anni ha dimostrato di avere un valore particolare. Viviamo in una società, dove a volte la dinamicità della vita familiare, con l’ovvia necessità del lavoro di tutti i membri della famiglia porta ad avere scarsa possibilità di dare la giusta attenzione e cura alle persone anziane che non riescono a tenere il ritmo della vita stessa.

Il servizio Elianto ha posto al centro la fragilità di queste persone valorizzando le loro risorse e permettendo loro di avere una vita relazionale ricca di scambi e di conoscenze.

Queste attività servono soprattutto a “risvegliare” gli animi di quanti e quante magari hanno pensato di non avere più opportunità e si sono lasciati un po’ morire dentro. Entrare a far parte del gruppo, della comunità Elianto ha fatto rifiorire in loro la voglia di fare e vivere appieno le opportunità offerte. Tutti gli eventi organizzati sono sempre molto partecipati con entusiasmo da tutti gli ospiti, che sono talmente fieri del loro “luogo speciale” da sentire la necessità di coinvolgere le famiglie, in modo da rendere questo momento aggregante anche a livelli diversi del gruppo tra pari.

Elianto non è un centro anziani, non è una casa di riposo… È il luogo dove molte persone hanno ritrovato la voglia di vivere, uscendo da situazioni personali che gli esperti potrebbero definire “Depressione Senile”, cioè quella situazione in cui la persona che si rende conto di non avere più le energie di un tempo, inizia a pensare di essere un peso per chi li circonda e comincia a chiudersi in se stesso riducendo sempre di più lo spazio vitale fino a limitarlo a se stessi.

In questo luogo le persone trovano degli amici che li “costringono” ad uscire di casa, a parlare con gli altri, a confrontarsi tra loro, a conoscere l’evoluzione della società che li circonda, a trasmettere le proprie conoscenze a persone più giovani, a fare esperienze esterne di scoperta di luoghi nuovi. E talmente tante altre cose che risulta difficile elencarle tutte. Alla fine quello che conta è che nello stare con gli altri le persone ritrovano la voglia di vivere e godere di quanto ancora la vita offre.

Negare questa possibilità, oltre a spezzare un percorso già intrapreso, ritenuto positivo sia dagli ospiti del centro che dalle famiglie, ha delle ripercussioni molto significative. La mancanza degli stimoli opportuni offerti in maniera professionale dagli operatori del centro lascia lo spazio al progressivo decadimento cognitivo che è la naturale evoluzione sia dell’età che della solitudine. Il percorso naturale è quello che poi porta al deperimento, aumentando quindi le necessita di cure sanitarie, fino ad arrivare all’ospedalizzazione che, oltre a peggiorare ulteriormente lo stato dell’anziano, comporta un aumento della spesa sanitaria ed il possibile aumento della mortalità.

Tale opportunità è garantita anche dalla Legge regionale n. 41 Del 2003 e ribadita dal DGR 1305 del 2004. In questi documenti si legge:

LR 41 Del 2003: Articolo 1 punto 2 “I servizi socio-assistenziali di cui al comma 1, lettera a), sono rivolti a… c) anziani, per interventi socio-assistenziali finalizzati al mantenimento ed al recupero delle residue capacità di autonomia della persona ed al sostegno della famiglia, sulla base di un piano personalizzato”;

DGR 1305 2004: “Le strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale indicate dall’articolo 1, comma 1, Lettera a), della L.R. n. 41/2003, di seguito denominate anche strutture residenziali e semiresidenziali o strutture, prestano servizi socioassistenziali finalizzati al mantenimento ed al recupero dei livelli di autonomia delle persone anziane ed al sostegno della loro famiglia, sulla base di un piano personalizzato di intervento, come definito dall’articolo 1, comma 2, lettera c) della medesima legge.”… ” Le strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale per anziani costituiscono uno dei servizi che offre una risposta socio-assistenziale al bisogno di tipo residenziale, tutelare, di autorealizzazione e di inclusione sociale dell’anziano, dando una risposta adeguata ad anziani autosufficienti e parzialmente non autosufficienti che richiedono garanzie di protezione nell’arco dell’intera giornata.”… “Il servizio … per anziani si ispira ai principi di partecipazione, sussidiarietà e si fonda sulla centralità del bisogno del cittadino utente, attraverso la partecipazione delle scelte tra servizi, operatori e destinatari, relativamente alla progettazione, all’organizzazione comune degli interventi ed all’attuazione dei progetti personalizzati di assistenza.”… ” l’attività della giornata è tale da soddisfare i bisogni assistenziali e di riabilitazione sociale degli ospiti, sopperendo alle difficoltà che la persona anziana incontrerebbe nel provvedervi con la sola propria iniziativa, promuovendo una sempre migliore qualità della vita e una sempre maggiore inclusione sociale. Tutte le attività e gli interventi hanno come finalità quella di aiutare l’ospite anziano a vivere la vita nel pieno delle proprie potenzialità, con un programma basato sul rafforzamento delle capacità, attraverso azioni di stimolo, sostegno e accompagnamento.”… ” L’attività … ha come finalità l’inclusione sociale dell’anziano, il sostegno alla famiglia e si propone come valida alternativa all’istituzionalizzazione.”

I nostri anziani sono, per noi, preziosi ed Elianto ci aiuta a fare si che la loro ricchezza interiore rimanga viva più a lungo.
Per questo motivo siamo fortemente contrari ai tagli dei fondi che potrebbero portare, in maniera naturale, alla definitiva perdita dell’opportunità offerta non solo agli ospiti anziani, non solo alle famiglie ma alla società civile tutta.
Chiediamo pertanto a questo Comitato Istituzionale di rivalutare la significatività di questo servizio garantendo il sovvenzionamento costante nel tempo e su tutto il territorio del Distretto.

Chiediamo a questo Comitato Istituzionale di essere incontrati con urgenza per valutare le nostre istanze, e per conoscere le Vostre scelte.

I Famigliari del Centro Diurno Elianto

3 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, Servizi sociali
Primo maggio: la festa del lavoro che non c’è – Il lavoro deve tornare a essere un diritto umano

1 maggio 2019

“Senza il diritto al lavoro la persona perde la sua dignità”, affermava Stefano Rodotà. A rileggerle oggi queste parole suonano come schiaffi. In Italia, il 5% più ricco degli italiani è titolare da solo della stessa quota di patrimonio posseduta dal 90% più povero e  il 20% più ricco possiede il 72% del patrimonio totale, mentre il 60% più povero ha appena il 12,4% della ricchezza nazionale. L’aumento della povertà, dopo il 2008, ha contribuito ad accrescere la disparità tra il 20% più ricco e il 20% disagiato, in termini di ricchezza, redditi e consumo. L’Italia è uno dei Paesi dove il rapporto tra ricchezza aggregata totale e il totale dei redditi prodotti ogni anno è tra i più elevati al mondo, una delle nazioni a più elevata intensità capitalistica, dove la ricchezza vale molto più del reddito. E il grande assente nel dibattito politico attuale, alle porte delle elezioni europee, è proprio il tema del lavoro. L’Italia si trova in basso alla classifica dei paesi europei per tassi di occupazione. Un giovane su tre non ha un posto. In 10 anni raddoppiati i sottoccupati. Il 25% ha un impiego inferiore al titolo di studio.

Viene da pensare alla Convenzione Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite che  fa equivalere il lavoro a un diritto umano. Se si considerasse il lavoro come diritto alla dignità, così come sancito dalla nostra Carta costituzionale (articolo 1) che fonda l’ordinamento democratico sul principio-valore del lavoro, si eliminerebbe di conseguenza il lavoro precario, mal pagato, non sicuro, usurante e che provoca problemi di salute.

Un primo maggio nostalgico, che rinvia alla necessita di una produzione legislativa che non abbia più riguardo ai sussidi alla povertà, così come il Reddito di Cittadinanza, ma che capisca la necessità di incentivare la libertà della scelta lavorativa come misura di contrasto dell’esclusione sociale e della ricattabilità dei soggetti in difficoltà, così da garantire la “congruità dell’offerta di lavoro” e non “l’obbligatorietà del lavoro purché sia.

Le misure messe in campo fino ad oggi hanno allargato la distanza tra ricchi e poveri, hanno reso più precario il lavoro, più forte lo sfruttamento e la ricattabilità, intensificando la guerra tra poveri scatenata scientificamente dalla violenza del linguaggio. A tutto questo abbiamo il dovere, il diritto e la responsabilità di ribellarci, continuando a organizzarci, rafforzando le nostre alleanze su proposte concrete in grado di sconfiggere disuguaglianze ed esclusione sociale, raccontando la verità anche quando è scomoda.

Come cittadini abbiamo un obbligo, sancito dall’articolo 2 della Costituzione: la solidarietà. Il Governo ne ha un altro: lavorare per rimuovere gli ostacoli che limitano libertà e uguaglianza impedendo lo sviluppo e la partecipazione di tutti alla vita del paese (articolo 3).

In gioco non c’è solo il diritto a un lavoro dignitoso, ma il diritto all’esistenza di tutti e di tutte.

Rete dei Numeri Pari 

1 Maggio 2019 / by / in ARTICOLI, I nostri approfondimenti, PER APPROFONDIRE, Rubrica Ad Alta Voce!
Calcata 4.0 una nuova storia di resistenza e di disobbedienza – Premio Giornalismo Digitale

CALCATA 4.O
Una nuova storia di resistenza e disobbedienza

Premio Giornalismo Digitale, a cura della ‘Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati’
Sabato 4 e domenica 5 maggio 2019 – Calcata (Viterbo)

In contemporanea si svolgerà la mostra fotografica ‘Calcata, una storia di disobbedienza’

🔴🔴🔴

Il Premio ideato dalla Rete NoBavaglio intende valorizzare il racconto diverso delle realtà sociali, in particolare a Roma e nel Lazio, legate ai grandi temi dell’immigrazione, delle nuove povertà e delle esperienze di mutualismo e di sfida alle nuove forme di autoritarismo.

Saranno premiate tre inchieste giornalistiche che si sono distinte nell’affrontare tematiche legate alla lotta alle diseguaglianze, all’inclusione sociale, alla difesa dell’ambiente, alla resistenza e disobbedienza civile.

Per la selezione dei lavori, curata dalla Rete NoBavaglio in collaborazione con Castelnuovo Fotografia e CiviTonica, è stata creata un’apposita giuria formata da esperti del settore e da personalità della cultura, tra i quali l’urbanista Paolo Portoghesi,
Enrica Scalfari direttrice di Agf,
Pietro Suber giornalista Mediaset e responsabile Carta di Roma,
Marino Bisso giornalista La Repubblica e Rete NoBavaglio,
Elisabetta Portoghese direttrice artistica ‘Castelnuovo Fotografia’,
Carlo Picozza Ordine dei Giornalisti del Lazio,
Valerio Piccioni giornalista Gazzetta dello Sport e promotore della ‘Corsa di Miguel’,
Ugo Baldi giornalista Il Messaggero,
Cristina Pantaleoni responsabile di ‘GVpress – Associazione italiana dei giornalisti-videomaker’,
Famiano Crucianelli presidente Bio distretto della Via Amerina,
Ivano Maiorella direttore Giornale Radio Sociale,
Roberto Pagano giornalista Forum Terzo Settore del Lazio,
Alessia Marani giornalista Il Messaggero,
Giuseppe De Marzo responsabile Politiche sociali Libera e Rete dei Numeri Pari,
Vincenzo Vita direttore Archivio Audiovisivo Movimento del Operaio-AAMOD,
Daniele Macheda giornalista Rai News 24
Vanessa Losurdo responsabile Civitonica

La premiazione, con la proiezione dei tre lavori scelti, si svolgerà sabato 4 maggio 2019 alle 17 Ex Granaio nel borgo medievale di Calcata(VT).

Nella stessa giornata si svolgerà la mostra fotografica ‘Calcata, una storia di disobbedienza’.

Domenica 5 maggio ore 16 nell’ex Granaio
proiezione “1938 Quando scoprimmo di non essere più italiami” di Pietro Suber con l’autore e Carlo Picozza

Ore 17.30 Ex Granaio:
L’ultimo scatto, il caso Matteotti, intervengono Italo Arcuri, autore de il corpo di Matteotti , Tano D’amico Paolo Grassini, Marino Bisso. Sarà proiettato la video inchiesta su Matteotti e la pista delle tangenti nere realizzata dal regista Paolo Grassini e Stefano Moser. Modera Carlo Picozza

Durante le due giornate sono previsti spazi tematici a cura della Cgil camere del lavoro di Civita Castellana e Spi Cgil lega valle del Tevere – Veio; dell’Anpi di Civita Castellana e sezione Matteotti – Rete Flaminia Tiberina. E inoltre:” I Love Leggere, Libri liberi x tutti” a cura della Rete NoBavaglio e workshop e con apparecchiature e strumentazioni legate alla produzione digitale video e fotografica.
La manifestazione si svolge con il patrocinio del Comune di Calcata

CALCATA UNA NUOVA STORIA DI RESISTENZA E DISOBBEDIENZA / Calcata, a story of disobedience

*Per info e segnalazioni

E-MAIL : Calcata4.0@libero.it
Questo il programma di base

Calcata 4.0, un premio per raccontare le nuove storie di resistenza e disobbedienza

30 Aprile 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
Ricostruiamo La Pecora Elettrica

Nella notte del 25 aprile La Pecora Elettrica,la nostra libreria caffetteria nel quartiere romano di Centocelle, è stata incendiata da ignoti poche ore dopo la chiusura. Siamo una piccola realtà di quartiere che crede in quello che fa. Organizziamo eventi culturali, ospitiamo corsi di lingua ad offerta libera, accogliamo lavoratori raminghi muniti di pc. Da noi si può entrare a curiosare tra i libri, a bere un caffè, a degustare un buon bicchiere di vino proveniente dai territori confiscati alla mafia ma anche seplicemente a fare quattro chiacchiere.

Le fiamme hanno devastato il nostro localema fortunatamente stiamo tutti bene e non ci sono stati danni agli appartamenti dei nostri vicini. Mentre le forze dell’ordine svolgono le indagini noi ci siamo già messi a ripulire i nostri spazi, perché vogliamo riaprire il prima possibile più forti e più belli di prima.

Questa è la nostra raccolta fondi, per rimettere in piedi la nostra Pecora Elettrica e continuare a fare quello che amiamo, insieme a tutti voi. Ci aiutate?

https://www.produzionidalbasso.com/project/ricostruiamo-la-pecora-elettrica/?fbclid=IwAR19JXN9e1CEpDG8XoBEydiS5B4hdTYwzO0VOt7XV564-plLlwkQ5XDUJcs

28 Aprile 2019 / by / in ARTICOLI, MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE