Occupazione abitativa di via del Caravaggio: un incendio di solidarietà

Occupazione abitativa di via del Caravaggio: un incendio di solidarietà

Capita che i momenti reputati più tranquilli, quelli in cui è giusto e necessario abbandonarsi a se stessi e ai propri affetti e coltivare, insieme al riposo, i sogni per un mondo più giusto, contengano anche i rischi di pericoli insidiosi. Nel caso di via del Caravaggio, dove da oltre sei anni vivono 150 nuclei familiari, il rischio ha preso le sembianze di un fornello da cui si è sprigionata una scintilla che ha appiccato il fuoco in uno dei due palazzi di cui è composta l’occupazione.

Gli abitanti del Caravaggio sono intervenuti immediatamente, contenendo le fiamme grazie agli estintori di cui sono dotati tutti i piani, favorendo poi l’azione dei vigili del fuoco. Completamente sedato l’incendio, si è passati alla conta dei danni che, alla resa dei conti, sono rimasti circoscritti ad alcune stanze e hanno riguardato in modo particolare due piani. Non ci sono stati feriti e infatti, seguendo le prescrizioni dei tecnici, isolate le aree investite dalle fiamme e certificata l’agibilità del palazzo, la maggioranza delle famiglie sono potute rientrare nei propri alloggi mentre è stato possibile comunque sistemare all’interno dell’occupazione chi si è ritrovato a fare i conti con la distruzione dei propri spazi e delle proprie cose.

È stato a questo punto che la paura ha lasciato spazio ai sorrisi. Perché già alle prime luci dell’alba, via del Caravaggio è stata investita dalla solidarietà dell’VIII Municipio: associazioni e comitati, centri sociali e partiti, insieme a tanti cittadini comuni si sono prestati per fornire aiuto e per esprimere solidarietà agli occupanti. Una manifestazione di vicinanza di gran lunga superiore per intensità a quello che è stato l’incendio e che, soprattutto, parla delle occupazioni abitative come luogo di legami forti: bambini e bambine che studiano sui banchi delle scuole dei quartiere, uomini e donne che sudano gli stessi posti di lavoro, vita sociale che rimbalza dai banchi del mercato ai bar della zone, contribuendo a rendere vivo e solidale un tessuto sociale altrimenti minacciato dalla solitudine e dall’esclusione sociale.

Dopo l’incendio, già nella giornata di sabato, l’occupazione ha ospitato un’assemblea pubblica molto partecipata, che ha raccontato i fatti e organizzato il sostegno alle famiglie maggiormente colpite. In questo momento continua la raccolta di beni strumentali come letti, reti, materassi, cuscini, lenzuola, coperte, frigoriferi, armadi, piatti, bicchieri, posate, vestiti. Il Movimento per il Diritto all’Abitare e l’occupazione di via del Caravaggio ringraziano con il cuore chi ha contribuito e chi contribuirà. Con un occhio alle insinuazioni pubblicata dalla solita stampa-spazzatura, invece, che non ha perso l’occasione per incitare allo sgombero di via del Caravaggio, ribadiamo – come nel caso dell’incendio scoppiato a novembre al 4 Stelle Occupato di via Prenestina – non consentiremo che un incidente diventi il pretesto per uno sgombero. E da questo punto di vista, siamo convinti di poter dire che la stessa solidarietà espressa nel corso del momento più difficile rappresenta un grande muro popolare: l’anima di una città meticcia niente affatto disposta a rassegnarsi alle misure razzistoidi del governo gialloverde e alle speculazioni dei soliti ladri, già condannati dalla storia. L’anima di una città che continua a gridare – come ha fatto appena pochi giorni fa riempiendo la piazza del Campidoglio per protestare contro il dl Salvini – che l’unica sicurezza che ci interessa è quella che parla di casa e reddito per tutti e tutte: una sicurezza che oggi, più che mai, vive e si organizza in via del Caravaggio. Per resistere con ogni mezzo necessario ai frutti della cattiva sorte e a quelli, ben più velenosi, di una politica continuamente impegnata a rubare ai poveri per consentire a un pugni di ricchi di continuare a ingrassare.

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