Sfratti lampo? Se lasciano senza casa, sono illegali. Lo dice l’Onu

Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto alla casa, commenta il disegno di legge presentato dal senatore Marcheschi, che punta sulla velocizzazione degli sfratti per morosità. «Sfrattare qualcuno e renderlo di fatto senza fissa dimora viola il diritto a un alloggio adeguato. Il disegno di legge consentirebbe di eseguire sfratti senza alcun ordine del tribunale e senza un’adeguata revisione legale del caso»

di Chiara Ludovisi | Vita 8 novembre 2025

fratti esecutivi rapidi per chi non paga l’affitto, senza passare per il Tribunale ma attraverso una nuova Autorità ad hoc. È quanto proposto nel disegno di legge recentemente depositato in Senato, a prima firma del senatore FdI Paolo Marcheschi (qui il testo). Obiettivo: semplificare e velocizzare l’esecuzione degli sfratti in caso di inquilini morosi, allo scopo di rilanciare – questo lo scopo dichiarato – il mercato degli affitti a lungo termine, attualmente in crisi specie nelle grandi città.

Dalla morosità allo sfratto in due mesi

Il disegno di legge, composto da cinque articoli, prevede appunto l’istituzione di una nuova Autorità che semplifichi e velocizzi l’esecuzione degli sfratti in caso di morosità. Il proprietario potrà rivolgersi direttamente a quest’organo, dopo due mesi consecutivi di morosità. Da quel momento, l’inquilino avrà 15 giorni di tempo per saldare le due rate saltate. In caso di mancato pagamento, l’Autorità, dopo aver verificato i documenti, avrà la facoltà di disporre entro sette giorni lo sgombero, che potrà essere eseguito dopo ulteriori 30 giorni, prorogabili al massimo a 90.

Particolari tutele sono previste per chi abbia un Isee inferiore a 12 mila euro e dimostri che la morosità è associata a cause di forza maggiore (licenziamento, malattia grave o separazione): in tal caso, si attingerà alle risorse del Fondo nazionale per l’emergenza abitativa.

Se lo sfratto genera un senza dimora, viola i diritti umani

Un tema caldissimo, quello della casa e del diritto all’abitare, dopo i ripetuti casi di sfratti avvenuti con modalità o conseguenze drammatiche: l’ultimo a Bologna, la scorsa settimana, che ha suscitato un’ondata di proteste.

Il tema è complesso e articolato, ma la crisi degli affitti a lungo termine, con il seguente aumento dei costi, ne è certamente una parte importante. Il relatore dell’Onu Balakrishnan Rajagopal era intervenuto a Roma, nei giorni scorsi, incontrando le associazioni e i residenti di alcune periferie e riaffermando il diritto all’abitare come diritto umano inviolabile. Oggi gli abbiamo chiesto un commento riguardo questo disegno di legge e la procedura accelerata che esso potrebbe introdurre.

Il relatore Rajagopal durante la visita a Roma

Lei a Roma ha dichiarato che lo sfratto, in assenza di un’alternativa, è illegale. È così?

Sebbene il diritto internazionale dei diritti umani non vieti lo sfratto a un inquilino che ripetutamente non paga l’affitto, lo sfratto dovrebbe essere considerato solo l’ultima risorsa ee eseguito solo se l’inquilino stesso e la sua famiglia hanno i mezzi e la capacità di accedere a un alloggio alternativo adeguato. Sfrattare qualcuno e renderlo di fatto senza fissa dimora viola fondamentalmente il diritto a un alloggio adeguato.

Cosa dovrebbero fare lo Stato e le autorità giudiziarie, rispetto alla morosità?

In generale, lo Stato dovrebbe impegnarsi a evitare gli sfratti per mancato pagamento dell’affitto o delle utenze, in particolare quando un inquilino non è in grado di pagare il proprio alloggio solo temporaneamente. I tribunali, dal canto loro, prima che uno sfratto venga eseguito, dovrebbero assicurarsi che la persona interessata abbia accesso all’edilizia popolare o a tutti i benefici sociali o abitativi ammissibili. Alcuni paesi hanno sviluppato programmi che intervengono per evitare sfratti non necessari di famiglie con problemi di pagamento dell’affitto. Tali programmi aiutano anche i proprietari che dipendono dal pagamento dell’affitto a non trovarsi ad affrontare difficoltà finanziarie.

Come valuta il disegno di legge depositato dal senatore Marcheschi? 

Devo dire che sono molto preoccupato per quella che sembra una legge unilaterale, il cui scopo principale è proteggere i proprietari di case, ignorando i diritti degli inquilini e dei residenti. Gli inquilini sono gravati dal costo degli affitti in Italia, come ho notato durante la mia visita, a causa di salari piuttosto bassi, a fronte di costi della casa e della vita altti. Gli sfratti sono spesso violenti e illegali e non è raro che ci siano vittime, come nel caso di Verona, di cui mi è stato riferito , in cui tre carabinieri sono morti in un’esplosione provocata dai proprietari di casa proprio durante un’irruzione per sfratto.

Questa legge potrebbe contenere alcuni elementi positivi, ma necessita di modifiche sostanziali per garantire sfratti che siano legali, ordinati e umani e che non violino i diritti degli inquilini. Ciò che appare seriamente problematico in questo disegno di legge è che le sue disposizioni in bozza sembrano minare il diritto a un ricorso legale efficace, poiché in futuro consentirebbe di eseguire sfratti senza alcun ordine del tribunale e senza un’adeguata revisione legale del caso. Tale revisione legale dovrebbe includere sempre una valutazione da parte del tribunale, per verificare se il nucleo familiare interessato abbia effettivamente i mezzi e la capacità di trasferirsi in un’alternativa abitativa adeguata. I tribunali devono inoltre garantire che al nucleo familiare interessato venga concesso un periodo di tempo ragionevole per saldare il debito di affitto o organizzare un trasloco. Un periodo di 15 giorni per saldare il debito di affitto, come suggerito dal disegno di legge, è nella maggior parte dei casi troppo breve per consentire alle famiglie a basso reddito di essere ragionevolmente in grado di saldare il proprio debito.

E se la famiglia non ha risorse per accede a un altro alloggio o pagare un trasloco?

In tal caso, lo Stato è tenuto fornire un sostegno finanziario o di altro tipo che garantisca alla famiglia di accedere a un’alternativa e fornisca una ragionevole condizione di sicurezza e tutela.

Si dice però che la lungaggine delle procedure di sfratto in Italia stia mandano in crisi il mercato dell’affitto a lungo termine. Come si può risolvere il problema, se non accelerando le procedure?

Bisogna dotare i tribunali di strumenti più adeguati per gestire tali questioni. Si dovrebbe inoltre valutare l’istituzione di tribunali specializzati in materia di locazione e investire in strutture di supporto volte a prevenire gli sfratti, che collaborino con proprietari di immobili, enti previdenziali, enti erogatori di edilizia popolare, enti locali e sindacati degli inquilini. Tali uffici aiuterebbero le famiglie sovraindebitate a riprendere il pagamento dell’affitto o a trovare un’alternativa abitativa più economica. Diverse città europee hanno istituito uffici specializzati di questo tipo, molto apprezzati sia da inquilini che da proprietari di immobili. Questi uffici offrono a entrambe le parti un’opportunità molto più rapida per risolvere le questioni relative al pagamento dell’affitto al di fuori del sistema giudiziario formale, senza dover ricorrere a lunghe e costose procedure legali di sfratto. Si sono rivelati inoltre molto efficaci nell’evitare che chi viene sfrattato divenga una persona senza fissa dimora.

Cosa si sente di consigliare al nostro Paese, per garantire il diritto fondamentale alla casa?

Consiglio vivamente all’Italia di concentrarsi maggiormente sulla prevenzione degli sfratti piuttosto che sulla loro esecuzione, aumentando le tutele sociali per le persone economicamente e socialmente vulnerabili e garantendo alle persone, per quanto possibile, di poter continuare a vivere nelle loro case senza essere sfrattate.

Sfratti lampo? Se lasciano senza casa, sono illegali. Lo dice l’Onu

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