Ue: Stop rearm europe, no a 131 mld per armi. Un altro passo verso guerra

Appello a forze politiche in Parlamento ue e società civile contro decisione Commissione europea

17 luglio 2025 – Campagna Stop Rearm Europe

“Investendo 131 miliardi di euro nel settore della difesa e dell’industria militare l’Unione Europea compie un altro passo verso l’Europa della guerra e ci allontana ulteriormente dal progetto di un’Europa sociale, ecologica e democratica, che viene così definitivamente accantonato”.

Così i promotori italiani della campagna europea “Stop rearm europe”, che ad oggi vede l’adesione di oltre 500 sigle in Italia, commentano la proposta della Commissione europea di destinare 131 miliardi di fondi Ue al settore bellico all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il settennato 2028-2034, che delinea un piano di investimenti di quasi 2000 miliardi.

“Una scelta definita dal Von der Leyer come ‘un bilancio che sostiene la pace e la prosperità’ ma in che modo si possano sostenere pace e prosperità investendo 131 miliardi di euro nel settore della difesa e dell’industria militare non viene certo spiegato dalla Commissione europea: in un continente che è già il territorio più armato del pianeta, si tratta di uno stanziamento cinque volte superiore a quanto sinora destinato. – spiegano – In un’Europa che già oggi vede 95 milioni di persone a rischio povertà e nella quale la crisi ecoclimatica comporta impatti quotidiani drammatici, la Commissione europea sceglie di investire nelle armi e di convertire economia, società, cultura e democrazia verso la nuova dimensione della guerra”.

“Ci appelliamo alle forze politiche presenti nel Parlamento europeo affinché si oppongano con fermezza a questo folle aumento della spesa militare, proseguiamo il nostro impegno e invitiamo alla massima mobilitazione a tutti i livelli, locale, nazionale ed europeo, per impedire questa ulteriore deriva verso il sistema guerra, anche attraverso l’iniziativa ‘Comuni per la Pace e contro il riarmo https://stoprearmitalia.it/comuni-contro-il-riarmo/, perché ogni euro destinato alle armi è un euro sottratto ai diritti e alla democrazia. Nessuno se ne renda complice”, concludono.

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