Nun ce sta bene che no! Lunedì 9 settembre tutt* in piazza a Primavalle per sostenere la battaglia dei bambini e delle bambine di CardinalCapranica

A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, l’assessorato alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale sforna una grande idea per garantire, a suo dire, la continuità didattica delle bambine e dei bambini sgomberati con una operazione forzosa e muscolare il 15 luglio da uno stabile di proprietà pubblica in via Cardinal Capranica che, ironicamente, era proprio una scuola prima di divenire la casa di 78 nuclei familiari. Quale sarebbe la notizia? L’attivazione di un trasporto scolastico gratuito (e ci mancherebbe!) verso le scuole del XIV Municipio che le bambine e i bambini frequentavano lo scorso anno.

 

Ci farebbe piacere sapere come funzionerà, dato che i nuclei familiari che hanno accettato “l’accoglienza” predisposta da Roma Capitale sono stati disseminati su tutta la città. Ci sono bambine e bambini a piazza delle Gardenie, a Tor Vergata e a via del Casaletto che dovrebbero essere “trasportati” quotidianamente. Per cui ci immaginiamo levatacce e mugugni prima di iniziare un tour nel traffico romano. Ma ancor di più ci stupisce l’ennesimo spreco di risorse pubbliche per gestire questo ‘servizio’, che va ad aggiungersi alla spesa del Campidoglio di circa 20 euro a persona ‘sgomberata’ concessa a centri di accoglienza e cooperative, lo ricordiamo, in odore di Mafia Capitale. Non sarebbe stato più economico (e rispettoso della continuità non solo scolastica, ma di vita delle persone coinvolte) garantire soluzioni alloggiative dignitose e permanenti nel territorio in cui molti minori sono nati, cresciuti e hanno abitato fino a ieri?

 

Oltretutto, Roma Capitale parla di un ‘percorso’ avviato con le famiglie e i singoli assistiti dopo lo sgombero, che sarebbero stati accompagnati verso la domanda di casa popolare e di reddito di cittadinanza, nonché verso la delibera appena approvata dalla giunta comunale che prevede 516 euro massimo di sostegno all’affitto qualora si riesca a stipulare un contratto di locazione. E queste sarebbero soluzioni che mettono al centro la persona? Al netto delle polemiche, intanto bisogna precisare che solo un terzo delle famiglie sgomberate è stata accolta dall’amministrazione capitolina, e molti di questi sono intenzionati a lasciare i centri di primo livello di assistenza dove sono finiti, perché inadeguati e mortificanti della dignità umana. Tutte le altre si sono dovute arrangiare presso amici e parenti, vivono ancora per strada, o sono state accolte all’interno delle occupazioni abitative che ancora una volta hanno dovuto stringersi per risolvere i problemi creati da sgomberi tanto spettacolari quanto scellerati.
Bisogna poi aggiungere che risulta falsa l’informazione sull’accompagnamento fornito dal Dipartimento della Baldassarre verso un alloggio popolare e verso l’erogazione del reddito di cittadinanza, in quanto l’amministrazione si è semplicemente limitata ad una superficiale ricognizione del fatto che le famiglie avessero presentato o meno queste domande in passato. Ancora peggio, le persone sono state illuse con la promessa di appartamenti affittabili a canone calmierato nel XIV Municipio, mentre la soluzione del trasporto per le scuole era stata precedentemente esclusa per (ovvi) motivi di distanza da parte delle famiglie interessate.

 

Riteniamo che dopo la fallimentare gestione di uno sgombero che andava evitato, si stia aggiungendo un altro danno e un’ulteriore umiliazione proprio verso quei minori che andrebbero tutelati sopra ogni cosa, ancora una volta a causa dell’incorreggibile presunzione di chi non accetta confronti né proposte di buon senso per cercare soluzioni diverse. Il cosiddetto assessorato alla persona e alla comunità solidale ci ha abituato da tempo a questo modo di agire, basato sul concetto di elemosina alla categoria inventata delle fragilità. Seguendo questa china, si è arrivati a considerare lo sgomberato una categoria a parte da trattare in modo differenziale, anche un gradino più in basso di chi è ospitato nei residence.

 

La Roma solidale che si è mobilitata prima, durante e dopo lo sgombero di Cardinal Capranica, e che memore di questa esperienza si è schierata con forza contro il paventato sgombero di Caravaggio, non ha nessuna intenzione di lasciare sole le famiglie e i singoli sgomberati con l’uso massiccio di divise e mezzi, né ha dimenticato i bambini e le bambine che quel giorno hanno perso la propria casa e la serenità.

Ci troveremo lunedì 9 settembre in piazza Alfonso Capecelatro a Primavalle dalle ore 16 per avviare una mobilitazione cittadina finalizzata al mantenimento degli impegni presi nei tavoli di confronto con gli occupanti, i movimenti e i sindacati presenti.

Le bambine e i bambini non si cancellano!
Movimento per il diritto all’abitare
Roma non si chiude

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