Di Baobab Exoerience – 1 marzo 2022
Ogni gesto umanitario è fondamentale e prezioso. Figurarsi una mobilitazione di attenzioni e risorse come quella messa in moto per l’Ucraina. Certo, ci sarebbe piaciuto vedere una simile partecipazione emotiva e operativa anche rispetto ad altri contesti armati e nei confronti di profughi altrettanto degni di questo nome. Ad esempio, per le afgane e per gli afgani che abbiamo abbandonato alle violenze del regime talebano, dopo vent’anni di occupazione anche italiana. O, ad esempio, per le migliaia di donne, ragazze e bambine, vittime di stupri nella guerra invisibile in Etiopia, ex Colonia italiana. Si parla di genocidio dei civili tigrini e c’è una catastrofe umanitaria che, evidentemente, non desta empatia. O magari per la popolazione yemenita, devastata da 8 anni di conflitto armato, dove gli sfollati si contano a centinaia di migliaia e di cui l’80% sono donne e bambini. O magari sarebbe bastato non respingere queste persone nei lager libici o di non lasciarle annegare in mare, vittime del traffico di esseri umani, foraggiato con il denaro degli italiani.
C’è chi ha parlato di profughi “veri” e guerre “vere”. Ma c’è un intero Consiglio dei Ministri che ha stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali per consentire di rispondere con prontezza alla grave crisi in atto. Quella ucraina. Solo quella ucraina. Per l’accoglienza dei profughi ucraini, si è stabilito, tra l’altro, un incremento di 13.000 posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti (CAS) e un potenziamento di ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (SAI).
Le piazze si sono riempite e sabato 5 c’è a Roma la manifestazione nazionale. Ci chiedevamo se si potesse sfilare anche con una bandiera extraeuropea. Ci chiedevamo se ci fosse un posto letto anche per i sudanesi in fuga da una guerra civile che ha visto già la morte di 300 mila persone o per gli afgani bloccati dall’Europa alla frontiera tra Bosnia e Croazia. Ci chiedevamo se la pace se la meritano anche loro. Al di là del colore della pelle, ecco.