Quale ruolo e quale futuro per l’Europa. Come sconfiggere le disuguaglianze, mitigare gli effetti del collasso climatico ed evitare una guerra globale.

Le proposte e il punto di vista dei movimenti popolari italiani

7 giugno 2024 – Nei prossimi giorni siamo chiamate e chiamati e scegliere tra diritti sociali, riconversione ecologica, pace e disarmo, oppure disuguaglianze, collasso climatico e guerre.

Il dibattito politico sulle prossime elezioni europee è stato davvero modesto o inesistente. Sono mancati approfondimenti e proposte coerenti su quelle che sono le principali priorità delle e degli europei: come si crea oggi lavoro di qualità, come assicurare il diritto all’abitare e un’offerta adeguata di servizi sociali, come sostenere e organizzare il reddito minimo e il salario legale, come garantire accoglienza, salute e istruzione pubblica, come dar seguito alla lotta a mafie e corruzione, come portare avanti la riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica utilizzando i fondi del NGEU, come promuovere politiche di adattamento e mitigazione al collasso climatico, come difendere la biodiversità e rafforzare la partecipazione della cittadinanza. Per citare alcune delle grandi questioni scomparse dall’agenda politica ufficiale.

Nessun dibattito pubblico sul Green New Deal che avrebbe dovuto rappresentare il nuovo contratto sociale ma è stato cancellato per lasciar spazio agli interessi dei comparti industriali legati alla guerra. Un vero e proprio tradimento delle speranze e delle aspettative di tutte e tutti noi europei. Un cambio di orientamento che ha portato a utilizzare i fondi che dovevano servire per equità sociale e sostenibilità ambientale per scopi opposti: armi, industria fossile, megaprogetti, allevamenti intensivi. CE e governo italiano da mesi dicono, senza nessun contraddittorio, che non c’è più spazio per la riconversione ecologica e che dobbiamo investire quei soldi per produrre soprattutto armi e chimica. 

Mai prima d’ora il Paese ha assistito a una campagna elettorale del genere. Il sintomo di una democrazia sempre più sbiadita e recitativa.

Nel frattempo, è stato reintrodotto il patto di stabilità, così da legittimare nei prossimi mesi ulteriori tagli dei diritti sociali. È facile prevedere che, così facendo, aumenteranno disuguaglianze e povertà. Mentre chi governa ha sdoganato il linguaggio della guerra nel tentativo di arruolare l’opinione pubblica in un conflitto mondiale, distraendola dai principali problemi, fomentando odio e paure. Mentre si autoassolve per i 15 anni di crisi, ignorando le proprie responsabilità. Nel dibattito elettorale sono infatti scomparsi i 12 anni di austerità e i 3 anni della pandemia che hanno messo in ginocchio la maggioranza dei cittadini e delle cittadine, provocando un aumento senza precedenti di disuguaglianze e povertà nel nostro Paese. Scelte che deprimono la partecipazione al voto ma che sembra non interessare chi invece rappresenta le istituzioni repubblicane, sempre più a rischio.

I movimenti popolari e le realtà sociali presenti a Verona durante l’Arena di Pace con Papa Francesco – a partire dal documento condiviso (scaricabile qui) e promosso da centinaia di comitati territoriali, associazioni, cooperative sociali, parrocchie, sindacati, reti di cittadinanza attiva, coordinamenti di insegnanti, presidi antimafia e progetti di mutualismo –  lanciano dal basso un appello di speranza, lotta e cambiamento per sconfiggere conformismi, paure e solitudini. Per sottoscriverlo clicca qui.

Il documento mette al centro per l’Europa 3 proposte necessarie per sconfiggere disuguaglianze, mitigare gli effetti del collasso climatico e impedire una guerra globale.

  1. pilastri sociali europei obbligatori per tutti i paesi, così da garantire i diritti sociali e sconfiggere disuguaglianze e povertà; 
  2. rilancio del piano di investimenti per la riconversione ecologica delle attività produttive e delle filiera energetica, attraverso la fiscalità generale e in maniera co-programmata e co-progettata dalle istituzioni europee insieme a cittadinanza attiva, lavoratori e lavoratrici, comunità e istituzioni locali, per promuovere lavoro di qualità e salute pubblica; 
  3. conferenza internazionale per la pace e il disarmo, per evitare la guerra globale e restituire all’Europa un ruolo di pace nel mondo.

Le proposte sono rivolte a tutte le forze politiche, ai candidati e alle candidate al PE che ritengono prioritario rafforzare l’impegno e gli investimenti per l’equità sociale, la sostenibilità ambientale e la pace. A loro i movimenti popolari italiani chiedono di sottoscriverle, di rilanciarle e di realizzarle attraverso azioni e attività istituzionali.

Per info e contatti 

Gruppo di comunicazione
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