Con la scusa della semplificazione, la Commissione von der Leyen si rimangia gli impegni sul green
Di Giuseppe De Marzo – L’Espresso 28 marzo 2025
“La Commissione Europea sta inviando un messaggio chiaro: è ora di chiudere un occhio sullo sfruttamento lavorativo, sull’accaparramento delle terre e sulla devastazione ambientale, lasciando le vittime impotenti mentre quelle imprese che agiscono in modo sconsiderato se la cavano.” Lo denunciano Margherita Romanelli di WeWorld e Cristiano Maugeri di ActionAid, i portavoce di Impresa 2030, la campagna lanciata per impedire lo smantellamento delle direttive europee che tutelano i diritti delle persone e dell’ambiente. A partire dalla Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD, entrata in vigore il 25 luglio 2024, che impone alle imprese obblighi legali. Tra questi vi sono la responsabilità civile delle grandi imprese per danni a persone e comunità; l’interruzione delle relazioni con i partner qualora non fossero in grado di prevenire un rischio o fermare una violazione; la garanzia per le vittime di abusi aziendali (lavoro forzato, condizioni di lavoro non sicure e distruzione ambientale) di poter accedere alla giustizia per ottenere risarcimenti e rimedi; l’adozione e l’attuazione dei piani di transizione climatica insieme alle autorità nazionali per rispettare l’accordo di Parigi e contenere l’aumento della temperatura entro 1,5°. Impegni e obblighi che tutti i Paesi dell’UE devono adottare entro il 26 luglio 2026. Incluso le aziende, che dovranno adeguarsi alle normative in base a dimensione e fatturato.
Ed invece, lo scorso 26 febbraio è stato presentato il cosiddetto pacchetto Omnibus dal Commissario europeo per l’economia e la produttività, Vladis Dombrovskis, con l’obiettivo di deregolamentare completamente le direttive europee in materia di sostenibilità e diritti umani. In maniera opaca ed escludendo da qualsiasi confronto società civile e sindacati, punta a cancellare non solo gli impegni portati avanti con la CSDDD ma anche quelli indicati dalla Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale. Il pacchetto Omnibus eliminerebbe infatti l’obbligo per gli Stati membri di stabilire la responsabilità civile per i danni causati dall’inadempienza delle imprese agli obblighi di dovuta diligenza; cancellerebbe l’obbligo di interrompere i rapporti con partner che continuano a perpetrare gravi violazioni dei diritti umani e dell’ambiente; abolirebbe la possibilità di azioni rappresentative, indebolendo i termini di prescrizione per le cause civili; limiterebbe le disposizioni sull’accesso alla giustizia, privando le vittime della possibilità di chiamare le aziende a rispondere delle proprie azioni; cancellerebbe l’obbligo di implementare i piani di transizione climatica, trasformati in esercizi volontari privi di efficacia, mentre il monitoraggio della due diligence verrebbe effettuato solo una volta ogni cinque anni, anziché ogni anno.
Le proposte contenute in Omnibus puntano sfacciatamente a cancellare tutti gli impegni presi per raggiungere la neutralità climatica, garantire i diritti dei lavoratori, difendere e promuovere i diritti umani ovunque. Le scelte prese dalla CE guidata dalla Von der Leyen sono concordate e influenzate esclusivamente dagli interessi delle grandi imprese.
L’Europa reale del riarmo, del negazionismo climatico, delle violazioni dei diritti, della doppia morale internazionale, ci rende più insicuri e diseguali, mentre ruba il futuro alle generazioni che verranno. Per questo i sindacati europei e le organizzazioni della società civile hanno lanciato la campagna Impresa 2030: per impedire che in nome degli interessi delle grandi lobby vengano spazzati via i nostri diritti. Facciamo Eco!