Unione inquilini: carcere e distacco utenze per occupazioni e sfrattati. La maggioranza vuole trasformare la PDL BISA in un mostro giuridico

LA POLITICA SOCIALE DELLA CASA SI TRASFORMA IN POLITICA CARCERARIA. UN APPELLO ALLE ASSOCIAZIONI E ALLE FORZE DEMOCRATICHE.

Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.
“Invece del passaggio da casa a casa, l’Italia si appresta a garantire il passaggio da casa in cella. Quasi sotto silenzio, in commissione Giustizia alla Camera, è in fase di votazione una Pdl, la numero 566, prima firmataria l’On. Bisa della Lega adottato come testo base dalla Commissione Giustizia.

Questa pdl, entrata in discussione avente oggetto norme per reprimere occupazione, “con violenza, artifizi o raggiri, di un alloggio destinato a domicilio altrui”, si trasforma, con gli emendamenti presentati da maggioranza e relatore, “tout court” in “immobile di proprietà altrui”, non solo per “occupazione” ma anche per detenzione con “titolo illegittimo”, con arresto immediato in flagranza di reato. In più, a semplice deposito di denuncia, viene disposto il distacco delle utenze (acqua, luce, gas). Se applicata, immediatamente, nel nostro Paese, occorrerebbe trovare posto nelle carceri per almeno 50 mila nuclei familiari (compresi i minori?).
Una proposta di legge pasticciata che mette in un calderone situazioni e tipologie diverse mettendo sullo stesso piano i pochi casi di occupazione di una prima casa (magari per assenza per malattia, o per ferie.), che andrebbero risolti in pochi minuti, alle occupazioni di case popolari, alle occupazioni di immobili in disuso pubblici e privati, fino persino agli sfrattati, tutti bollati da occupanti truffaldini.

Tutti secondo il centro destra da trattare come delinquenti incalliti da arrestare con pena da due anni a sette anni (pene da terroristi dinamitardi), una questione sociale derubricata a questione di ordine pubblico o peggio da risolvere con il carcere.

Siamo di fronte a un mostro giuridico, una sorta di “guerra santa” contro i poveri, un attacco ai diritti umani, con l’introduzione di norme contrarie allo spirito e alla lettera della Costituzione. Un mostro giuridico che rovescia il criterio di legalità.

In Italia, ci sono 650 mila famiglie che hanno diritto a una casa di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, con un diritto certificato dai comuni ma che rimangono senza risposta. Chi risponde dell’illegalità del mancato rispetto di quanto previsto dalle norme che stabiliscono l’accesso all’ERP? Ci sono circa 50 mila alloggi ERP vuoti e non assegnati, lasciati deperire. Chi risponde di questa illegalità e dello sperpero del danaro pubblico che il degrado comporta?

Vengono emesse ogni anno tra 40 e 50 mila sentenze di sfratto, di cui il 90% per morosità. Chi risponde della “omissione di soccorso”, quando famiglie con redditi che darebbero diritto a un alloggio ERP, minori, malati terminali, vengono quotidianamente sfrattati, senza interventi che garantiscano alcun percorso per il passaggio da casa a casa?
Di tutto ciò, la pdl Bisa non si occupa.

L’obiettivo è scaricare sugli ultimi, le conseguenze di una politica scellerata, che viene da lontano, ma che il governo Meloni ha fortemente aggravato, azzerando i sostegni pubblici all’affitto per le famiglie in difficoltà.

Ci rivolgiamo alle associazioni, al mondo del volontariato, alle forze democratiche per una battaglia di civiltà. Chiederemo l’intervento dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e contrasteremo fino in fondo il tentativo di trasformare le nostre città e il ventre profondo della sofferenza sociale in una polveriera, in cui strappare ogni forma di coesione sociale”.

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